I TRE KILLER DELLE RELAZIONI

da | Giudice Interiore, Pillole

I tre killer delle relazioni sono tre comportamenti talmente tossici da diventare mortali per la vita della relazione stessa. Riconoscere la loro portata distruttiva ci permetterà di stanziare l’energia necessaria per cambiarli.
Discussioni e  conflitti all’interno di una relazione non sono un problema, essi  fanno parte integrante di un rapportarsi autentico. La cattiva gestione del conflitto invece può creare fratture, distanze emotive e infine pesanti rotture.
Riconoscere i comportamenti killer e per sostituirli con comportamenti costruttivi garantirà una vita più lunga e più sana alle tue relazioni.
Per questo le persone che hanno maggior successo evitano i tre killer accuratamente perchè sanno che essi portano al fallimento.

Il conflitto è naturale, gestirlo è la tua conquista

1. GIUDICARE

I commenti finalizzati a sottolineare l’inadeguatezza di una persona si chiamano giudizi, indipendentemente da quanto siano veri o falsi.
“Non sai fare i conti!” è un giudizio, infatti non contiene nulla di costruttivo. Il giudizio è un proiettile sparato contro una persona col fine di farla sentire inadeguata. Esso non si occupa dell’azione “i conti non sono corretti” ma dell’inabilità della persona “non ne sei capace – con sottotitolo emozionale – sei un buono a nulla”.
Il giudizio chiude l’altro in un vicolo cieco, dal quale desidererà uscire liberandosi di te.

▶️ Soluzione: CONFRONTARSI
Le persone sono diverse, hanno qualità diverse e apprendono per vie diverse. Comprendere e rispettare questo presupposto significa impegnarsi a costruire ponti anziché sbarrare strade. Significa far spazio ad una nuova prospettiva: quella dell’altro.

2. NEGARE

Negare la propria responsabilità è l’autostrada per l’asilo d’infanzia. Tra le mille strategie di difesa praticate dal bambino c’è l’inventare scuse, lamentarsi, e rinfacciare. Il dialogo che ne esce è il seguente: ”Sì perché anche tu quella volta… – E invece io no?!” Questo comportamento da rimpiattino alimenta un clima di tensione da entrambe le parti, svia il contenuto del discorso e spreca tutta l’energia nella polemica.

Il messaggio tramesso emotivamente è “io vittima mi devo difendere”.
Visto che nessuna di queste strategie crea un ponte di dialogo tra le persone l’ultima difesa, alla fine di tutti gli sforzi, sarà eliminare la persona anziché il problema.

▶️ Soluzione: RESPONSABILIZZARSI
La responsabilità di ciò che accade in una relazione è sempre perfettamente ripartita: metà di uno e metà dell’altro. Prenderti la responsabilità della tua metà apre la strada all’altro per fare lo stesso. Ricordando che negare una verità non la rende meno vera.

3. CHIUDERE

Quando nessuna delle precedenti strategie funziona questa è l’ultima spiaggia per dare il colpo di grazia: chiudere. Chiudere bruscamente la conversazione, smettere di rispondere, arroccarsi in un silenzio verbale e fisico (non incrocio nemmeno più i tuoi occhi). Questa modalità viene chiamata anche “il trattamento del silenzio”: questo comportamento veicola il messaggio “tu per me non esisti”. Ovviamente questo comportamento rappresenta la fine di ogni collaborazione, l’inizio della guerra fredda e di un distacco verbale, emotivo ed energetico che sottolinea come non esista nessun “noi”.

▶️ Soluzione: RENDERSI DISPONIBILE
Quando non riesci a capirti con una persona puoi chiederle “Cosa posso fare per te?” Anziché chiudere perché non ti senti capito puoi aprirti ad una nuova disponibilità e chiedere all’altro di guidarti per un pezzetto nella comprensione della sua richiesta.

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