IA: Incapacità Artificiale

da | Consapevolezza

Il 26 settembre 1983 Stanislav Petrov, tenente colonnello dell’esercito sovietico, ha il turno di notte; nel bunker Serpukhov 15 deve controllare i dati inviati dai satelliti che monitorano i movimenti degli armamenti statunitensi. D’un tratto gli schermi indicano che cinque missili intercontinentali sono partiti da una base nel Montana puntando sulla Russia.
Petrov sa benissimo cosa deve fare in caso di attacco nucleare Usa: dare l’allarme! Allarme che farà partire in pochissimi minuti una massiccia operazione di rappresaglia con il lancio di missili balistici sufficienti a distruggere obiettivi strategici in Inghilterra, Francia, Germania Ovest e Stati Uniti, scatenando così la terza guerra mondiale.

Ma Petrov non è convinto. Ci pensa un momento, nonostante gli ordini, il rigido protocollo di autodifesa e lo stress di una responsabilità inimmaginabile: il destino del mondo è nelle sue mani.
Stanislav Petrov, il tenente colonnello, l’uomo, l’essere umano si ferma e ragiona: “Perché solo cinque missili? Un attacco preventivo, tale da scatenare la terza guerra mondiale, e per di più atomica, non può partire con solo cinque missili”. E nello spazio di pochissimi secondi prende la decisione più importante della sua e delle nostre vite: Petrov interpreta il segnale come un errore del satellite e si assume la responsabilità di non dare l’allarme che avrebbe fatto partire l’escalation scatenando la terza guerra mondiale.
A questo punto lo attende un agonia di 23 infiniti minuti prima di avere la conferma di aver avuto ragione: ciò che il satellite sovietico aveva letto come il lancio di cinque missili balistici intercontinentali era in realtà l’abbaglio del sole riflesso dalle nuvole.

Quell’abbaglio poteva costare la vita a tutto il pianeta se a decidere non ci fosse stato un essere pensante e senziente. Se al posto di Stanislav Petrov ci fosse stato un software, un’intelligenza artificiale, un algoritmo non ci sarebbe stato spazio per l’osservazione empirica, una riflessione, il rischio o un’interpretazione.
L’algoritmo avrebbe eseguito senza alcuna esitazione. E ci avrebbe sepolti.
Un algoritmo non può essere intelligente: può essere efficiente limitatamente al suo compito ma non sarà mai intelligente.

Anche noi funzioniamo come una intelligenza artificiale quando non siamo in grado di separarci dal condizionamento ricevuto. Quando al posto di comando non c’è la nostra vera natura ma la voce interiorizzata di mamma, papà, insegnanti, vicini di casa, preti, ecc
Il condizionamento è come un software che si inserisce nella nostra mente da bambini e prende il posto della nostra naturale intelligenza.

Nessuno nasce con la paura degli animali ma da grandi diciamo tranquillamente “ho paura del cane”. Perchè? Perchè mi hanno insegnato che il cane morde, che è pericoloso o sporco o aggressivo. Io non lo pensavo, anzi mi attraeva, ma tutto intorno a me mi insegnava a diffidare. Non ci è voluto molto ed ho smesso di ascoltare me e iniziato ad ascoltare loro.
Ho acquisito il dato “il cane è pericoloso” tante volte senza nemmeno aver fatto l’esperienza. La fonte del condizionamento che ha reso artificiale la mia intelligenza è stato l’ambiente circostante, la famiglia. Moltiplica questo esempio di apprendimento infantile per tutto il resto e comincerai ad intravedere le sbarre della tua prigione.

Inconsapevoli della nostra vera natura di esseri completi e senzienti viviamo ingabbiati nella aspettative riversate su di noi durante la nostra infanzia. E oggi, solo a cercare di liberarcene ci sentiamo tremendamente in colpa.
Ma questa incapacità di essere se stessi è artificiale, cioè non autentica perché anche lei ci è stata trasmessa. Sentendoti sempre inadeguato non cercherai mai te stesso fino in fondo!
La gabbia artificiale ha costruito un dissuasore perfetto: il passato. Come in un fermoimmagine perenne temiamo ogni giorno ciò che è già successo, immobilizzati dalla paura che si ripeta.
Ma senza il coraggio di affrontare questa ricerca ogni riflesso del sole sulle nuvole ti sembrerà un missile balistico puntato su di te. E se non ti risvegli in tempo potresti fare della tua vita una tremenda guerra interiore che non vedrà mai nessun reale vincitore.
C’è un essere umano dentro di noi in grado di affrontare il destino del mondo come Petrov. Non chiamarti fuori perchè il mondo, quello vero, ti mancherà sempre.

 

 

 

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